Il trasformismo politico è una malattia endemica del nostro paese e, purtroppo, Ladispoli non fa eccezione. Poi ci si lamenta che un cittadino su due non va più a votare.
Ieri è stata annunciata la nuova giunta che tra le sue fila annovera Marco Pierini, ex candidato sindaco del fronte progressista (sic!) ed antagonista di Grando nel 2017; Stefano Foschi, candidato consigliere del Pd sempre di cinque anni fa; e la maestra Frappa, consigliera di maggioranza dell’ultima amministrazione Pascucci.
Lo avevamo detto in campagna elettorale che il Grando Cambiamento sbandierato per 5 anni in città non fosse altro che una grande continuità con il passato, un patto d’acciaio (o di cemento se preferite) tra la destra storica e quella fitta rete di interessi politici ed economici che da decenni influenza ogni scelta strategica per Ladispoli. In sostanza un chiaro esempio di “gattopardismo”, ossia un atteggiamento di apparente innovazione e discontinuità che in realtà nasconde il fine di mantenere dei vecchi privilegi propri di un gruppo dominante.
Non è allora un caso che molti dei grandiani della prima ora non siano stati riconfermati in questa giunta. Forse perché, per maggiore coerenza e onestà intellettuale, hanno osato criticare il super sindaco (che ormai in fase egotica si è assegnato 3 pesanti deleghe) ritenendo ormai questo progetto qualcosa di indigeribile.
Crediamo, però, che la scelta del sindaco Grando di riservarsi tre importanti deleghe – bilancio e tributi, politiche sociali ed urbanistica – unitamente ai lunghi tempi impiegati per costruire la squadra che amministrerà la città sia in realtà un segno di grande debolezza: poche figure di fiducia a cui affidare gli incarichi e una squadra poco coesa motivata solo da sottili giochi di equilibrio necessari per arrivare compatti (?) alle elezioni politiche e regionali che si terranno nel 2023.
È questo il Grando Cambiamento che il sindaco voleva portare in città nel 2017 quando riservava critiche esacerbate a quello stesso Pierini che adesso è suo fedele alleato?
Noi abbiamo un’altra idea di città, discontinua con questi metodi e con chi passa dall’opposizione alla maggioranza con tale disinvoltura; e quanto abbiamo visto in queste ore non fa altro che confermare che la nostra scelta di campo sia quella giusta. Stiamo già lavorando alla costruzione di un’ampia opposizione e continueremo a farlo nei prossimi mesi per far crescere l’alternativa a questa “Grando Ammucchiata”.